Rinnovabili, tagli retroattivi agli incentivi? Effetti giuridici ed economici devastanti
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Il Governo Renzi ha promesso di tagliare del 10% la bolletta delle PMI, ma per far ciò servono 1,5 miliardi di euro. Dove si prendono? I tecnici stanno pensando di tagliare retroattivamente del 20% la remunerazione degli impianti a fonti rinnovabili esistenti a fronte di un’estensione di 5-7 anni del periodo di incentivazione.
Eppure nel primo trimestre in Borsa il prezzo dell’elettricità è sceso del 17,8% (11,35 €/MWh) rispetto al 2013. La sola discesa del prezzo, se non si fermasse ai grossisti e arrivasse agli utenti, consentirebbe di arrivare a due terzi dell’obiettivo. L’altra parte potrebbe venire da minori agevolazioni ai grandi energivori.
Invece si ipotizza l’ennesima bastonata per i produttori da fonti rinnovabili, ovvero tagliare retroattivamente del 20% la remunerazione degli impianti esistenti, a fronte di un’estensione di 5-7 anni del periodo di incentivazione.
Ma qui si parla di contratti: gli impianti sono stati realizzati perché il Governo ha deciso che erano opere di pubblica utilità e urgenza, impegnandosi a piani di remunerazione. Senza l’impegno contrattuale del Governo, gli investimenti non sarebbero mai stati intrapresi.
È inconcepibile che il Ministero pensi solo a questa ipotesi, che devasterebbe finanziariamente la filiera.
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