Il fotovoltaico conviene? Sì, ma a queste condizioni
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Conviene ancora investire nel fotovoltaico italiano? Sì, ma a certe condizioni è la risposta del Solar Energy report 2014 dell'Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, ora che non ci sono più incentivi diretti. Per gli impianti residenziali, quelli cioè destinati a essere installati nei tetti delle abitazioni dei privati, tipicamente di taglia compresa tra gli 1 e i 20 kW.
Questa tipologia di installazioni è quella che, seppure in maniera indiretta, risulta la più sostenuta dallo Stato: innanzitutto si ha la possibilità di godere (sino a fine 2014) della detrazione fiscale del 50% su tutte le spese sostenute. Non solo: i proprietari dei pannelli residenziali possono beneficiare di un altro contributo indiretto, quello dello scambio sul posto: si tratta di un meccanismo di compensazione che remunera l'energia elettrica prodotta dal fotovoltaico ma non direttamente autoconsumata.
Da ciò non stupisce che lo studio consideri l'investimento nel fotovoltaico residenziale abbastanza remunerativo: in particolare, l'Irr (Internal rate of return, tasso interno di rendimento) nel soleggiato Sud Italia sarebbe del 6,97% annuo, mentre al Nord del 4,3%, in ogni caso oltre la soglia di rendimento considerata minima per le famiglie (4%). Il rientro dall'investimento avverrebbe così entro i sette anni nel Meridione e in circa nove anni nel Settentrione.
Anche la prevista discesa della percentuale della detrazione fiscale al 36% (a partire dal primo gennaio 2015) non dovrebbe intaccare più di tanto in futuro la bontà dell'investimento, anche se ovviamente, i tempi di payback si allungherebbero di un paio di anni.
Le aziende invece non possono contare sulla detrazione fiscale del 50 per cento. In compenso, l'attività di impresa garantisce un maggiore consumo dell'energia prodotta dall'impianto rispetto alle famiglie e, dunque, un risparmio più ampio in bolletta. Inoltre, anche questa tipologia di sistemi (sino a 200 kW) può beneficiare del contributo dello Scambio sul posto.
L'Irr per un'installazione da 200 kW sarebbe dell'8,29% nel Sud Italia, ben oltre la soglia considerata minima dal Politecnico (in questo caso 6%), con un tempo di ritorno dall'investimento di circa otto anni. Sotto questa soglia (5,36%), invece, si ritroverebbero gli impianti oggi realizzati nel Nord Italia, i cui proprietari avrebbero bisogno di ben undici anni per rientrare dalle spese.
L'unica possibilità per aumentarne il rendimento è spingere al massimo l'autoconsumo di energia fotovoltaica, così da tagliare i costi della bolletta elettrica.
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