Il controsenso nelle carceri: invece della manutenzione si preferisce pagare bollette salate
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Pur essendo pieni di carceri, ogni tanto bisogna mettere fuori un po’ di detenuti, e non certo per clemenza, ma perché scoppiano. Il motivo? Sempre lo stesso: mancano soldi per sistemarle per fare la manutenzione. Rubinetti rotti che restano sempre aperti, uno spreco enorme per una bolletta dell’acqua delle carceri italiane di oltre 35 milioni di euro l’anno.
Dall'Ucciardone, il carcere di Palermo a San Vittore, quello di Milano la musica non cambia: rubinetti che restano sempre aperti, perchè rotti. Nel carcere di Nuoro i debiti pregressi per bollette non pagate ammontano a più di 250 mila euro per l’acqua e 60 mila euro per l’energia elettrica.
Se si rompe una doccia o un bagno e magari produce una perdita servono soldi per ripararli e per rendere efficiente quell’impianto ed evitare che si produca la perdita. Il demanio stima in 50 milioni l’anno i fondi necessari per potere assicurare una corretta gestione e manutenzione delle carceri. Invece pare che quest'anno abbiano assegnato meno di 4 milioni di euro.
Ciò rende impossibile fare una corretta manutenzione strutture.
Insomma i conti non tornano dato che solo per la bolletta dell'acqua delle carceri italiane si spendono 35 milioni di euro perché molte delle carceri rubinetti e sciacquoni viaggiano a ritmo continuo perché non ci sono i soldi per fare le manutenzioni. Come dire il gatto che si morde la coda.
E poi a furia di non fare le manutenzioni va a finire che interi reparti diventano inagibili e bisogna chiuderli. E i carcerati dove vanno?
(via Report)
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