Turismo sostenibile: a Sharm el-Sheikh in vacanza si salvano i coralli con le immersioni

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$Zucchero bianco, un \'killer\' invisibile$

I turisti che si immergono con le bombole possono contribuire alla salvaguardia dei coralli. E' questo l'obiettivo del progetto Scuba Tourism for the Environment–Red Sea Biodiversity Monitoring Program (Ste), appena partito nelle località del mar Rosso.

Con l’aiuto di turisti volontari che trascorrono le vacanze a Sharm el-Sheikh e Marsa Alam, ma anche in luoghi meno noti ma ricchi di coralli quali Berenice, l’Egitto meridionale, il Sudan, fino a Yanbù Al-Bahr e Rabigh sulla costa araba, viene monitorata la biodiversità delle scogliere coralline. I turisti subacquei sono, infatti, chiamati a raccogliere osservazioni per costruire un quadro completo delle barriere coralline.

A impartire ai turisti volontari sono previste lezioni di biologia marina tenute dal Marine Science Interdisciplinary Research Group (Msg), un gruppo di ricercatori, studenti e personale che sul posto organizza seminari volti ad affinare l’osservazione, a illustrare le problematiche di conservazione delle specie e a insegnare come avvicinarsi alla barriera corallina nel modo meno invasivo possibile, sia fuori dall’acqua con comportamenti sostenibili (limitare l’uso di detergenti, non comprare souvenir di corallo) che dentro il mare.

A ciascun turista subacqueo-volontario di riportare gli organismi che sono stati avvistati e la loro abbondanza. Dalle osservazioni si ricava, così, un quadro completo degli organismi che popolano l’area monitorata e cosa vi sta succedendo. Indicazioni valide sono anche quelle relative al ritrovamento di coralli morti, sbiancati, rotti o di rifiuti.

Insomma un'idea straordinaria dato che venire a conoscenza quasi in tempo reale di ciò che succede in quei vasti fondali ha costi enormi.