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Nuovo Conto Termico, la Conferenza Unificata dà l’ok

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E' stata sancita l’intesa sul nuovo Conto Termico 2.0. La Conferenza Unificata ha raggiunto oggi l’accordo sullo schema di decreto del Ministro dello sviluppo economico recante “Aggiornamento del sistema di incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni”, accogliendo le richieste avanzate dalle Regioni. Previsto nella legge 164/2014 di conversione dello Sblocca Italia, il nuovo schema degli incentivi alle fer termiche era stato pubblicato ufficialmente sul sito del MISE a novembre 2015 con l’obiettivo di farlo in entrare in vigore entro il 31 dicembre dello stesso anno.

Il decreto in questione dovrebbe risolvere una dei problemi più spinosi riguardanti gli attuali sussidi alle rinnovabili termiche: la difficoltà di accesso alle tariffe incentivanti per via di un iter troppo macchinoso. Le intenzioni del Mise nell’annunciare a maggio 2015 l’arrivo del nuovo Conto Termico, erano quelle di rivedere i criteri di utilizzo dei fondi e semplificare l’accesso a tali contributi per imprese, famiglie e soggetti pubblici.

A disposizione 900 milioni annui


Questi fondi ammontano a 900 milioni di euro, di cui 700 milioni di euro per i privati e 200 milioni di euro per il pubblico e ad oggi sono pressoché inutilizzati per sterili motivi burocratici.
E’ quindi con soddisfazione che il presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera ha accolto la notizia dell’intesa raggiunta in Conferenza Unificata. “È una buona notizia l’emanazione oggi del nuovo Conto Termico. Seppur con un ritardo di oltre un anno arriva in porto una misura importante per contrastare l’inquinamento e rilanciare l’economia a partire dall’efficienza energetica e dalle fonti rinnovabili”, ha dichiarato Realacci.

Nuovo conto termico, cosa cambia
I punti nevralgici del nuovo Conto Termico sono semplificazione, efficacia, diversificazione e innovazione tecnologica. Tra le novità la previsione di un catalogo di prodotti prequalificati per l’efficienza energetica che ridurrà quindi i tempi di valutazione da parte del GSE e la possibilità che l’incentivo previsto possa essere erogato anche in un un’unica soluzione.

Inoltre è stato innalzato il livello degli incentivi: infatti, per le ristrutturazioni che portino gli edifici dell P.A. ad ‘energia quasi zero’ l’incentivo può raggiungere il 65%.


Gli interventi ammessi per le PA e per i cittadini

Come nel provvedimento originale risultano incentivabili per le Pubbliche amministrazioni gli interventi di:
– isolamento termico di superfici opache delimitanti il volume climatizzato;
– sostituzione di chiusure trasparenti comprensive di infissi delimitanti il volume climatizzato;
– sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti utilizzanti generatori di calore a condensazione;
– installazione di sistemi di schermatura e/o ombreggiamento di chiusure trasparenti con esposizione di Est-sud-est a Ovest, fissi o mobili non trasportabili.


Alla lista il Nuovo Conto termico aggiunge tre nuovi interventi:


– trasformazione in “edifici a energia quasi zero”;
– sostituzione dei sistemi per l’illuminazione con dispositivi efficienti;
– installazione di tecnologie di gestione e controllo automatico degli impianti termici ed elettrici degli edifici (building automation), di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore.

Per i privati sono invece incentivabili interventi di piccole dimensioni quali:


– la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale, anche combinati per la produzione di acqua calda sanitaria, dotati di pompe di calore;
– la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti o di riscaldamento delle serre e dei fabbricati rurali con impianti dotati di generatore di calore alimentato da biomassa (taglia massima 2 MW);
– l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria e/o ad integrazione dell’impianto di climatizzazione invernale, anche abbinati a sistemi di solar cooling, per la produzione di energia termica per processi produttivi o immissione in reti di teleriscaldamento o teleraffrescamento (taglia massima degli impianti 2500 metri quadri)
– la sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore (taglia massima 2 MW);
– la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con sistemi ibridi a pompa di calore (taglia massima 2 MW).


Gli incentivi del Nuovo Conto Termico


Con una durate dell’incentivo variabile tra i due e i cinque anni (a seconda del tipo di intervento), la tariffa andrebbe a coprire, nella maggior parte dei casi il 40% delle spese, con tetti massimi differenziati in base al tipologia interventizia, alla potenza dell’impianto e alla zona climatica. La percentuale passa al 65% per gli interventi di trasformazione in “edificio a energia quasi zero” e sostituzione dei sistemi di illuminazione con dispositivi efficienti. Più alto anche l’incentivo a copertura delle spese di per gli interventi di isolamento termico delle superfici opache realizzati nelle zone climatiche E e F (50%), che passa al 55% se abbinato alla sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.
E ancora le spese per le diagnosi energetiche e la redazione dell’Attestato di prestazione energetica (APE) sono incentivabili al 100% per le Pubbliche Amministrazioni e al 50% per i privati.

Ma il nuovo provvedimento nasce soprattutto per render più semplice l’accesso al Conto Termico. Per questo si è deciso di eliminare l’iscrizione ai registri per gli impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore, elettriche o a gas, e caldaie a biomassa con potenza termica superiore a 500 kW. Saranno inoltre ammesse modalità di pagamento online e tramite carta di credito per attestare le spese sostenute

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