Acque Pulite: il piano del Governo contro il degrado idrico

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$Zucchero bianco, un \'killer\' invisibile$

Intervenire su monitoraggio, scarichi industriali, depuratori, riutilizzo acque reflue, fitodepurazione: sono questi gli assi portanti di Acque Pulite (#acquepulite), la roadmap di azioni da attivare per riallineare l’italia nel settore idrico, un ambito dove il Paese sconta un ritardo di 20 anni rispetto agli altri Paesi Ue.

Promossa dalla Struttura di missione #italiasicura del Governo, l'iniziativa è stata presentata agli “Stati generali #acquepulita” organizzati a Roma con i rappresentanti delle Istituzioni e degli enti del settore, il Ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, il vice ministro dello Sviluppo economico, Claudio De Vincentis e Erasmo D’Angelis, Coordinatore #italiasicura.

“Il sistema idrico, fognature e depurazione è ad un livello insostenibile, così come inaccettabile è l’inquinamento dei corsi d'acqua dovuto alla loro assenza e ad una scarsa cultura del rispetto di un bene comune fondamentale e alla licenza di inquinare che alla fine ha prodotto la cultura dell'assuefazione. Non ci facciamo più caso se non quando arriviamo sulle spiagge più belle del mondo e troviamo il cartello Divieto di Balneazione”.

La relazione presentata all'interno degli Stati generali #acquepulite è vasta e spazia in moltissimi ambiti del degrado idrico. Controlli e monitoraggi inesistenti o insufficienti, scarichi industriali in libertà, perdite delle infrastrutture.

Le dispersioni in rete, come svela l'Istat, al 37% a livello nazionale sono circa il 50% al Sud, che vale a dire che bisogna inviare due litri per utilizzarne uno. Si registra un peggioramento rispetto al 2008, quando le dispersioni di rete erano nel Centro-Sud poco superiori al 40%.

I dati, sono moltissimi, dall'attacco a fognature e depuratori (3 italiani su 10 disallacciati), alla scarsa qualità dei corpi idrici (scarsa nel 16% dei casi monitorati, che comunque sono poco più la metà dei corpi idrici complessivi, visto che molte Regioni non hanno nemmeno un monitoraggio fisso).

Tutto porta a una situazione sempre più cogente rispetto alle infrazioni Ue: la Sicilia ne ha 175, la Calabria 130, la Lombardia (con 128 infrazioni, di cui 14 agglomerati condannati e 114 in procedura) come la Campania (125, di cui 10 condannati e 115 in procedura).

In ballo ci sono sanzioni pesantissime, fino a un massimo di 714.000 euro per ogni giorno di ritardo nell'adeguamento, a decorrere dalla pronuncia della sentenza entro il 2016. A ciò si aggiungerà una somma forfettaria calcolata sulla base del PIL, minimo 9,92 milioni, oltre a finanziamenti europei che possono essere sospesi.

Per ridare slancio a una situazione così d'emergenza, quali sono le proposte avanzate dal piano #acquepulite?

- Certezza immediata (in 3 mesi) sui dati dei controlli ambientali attraverso Regioni e Arpa e Ispra, uniformando e aggiornando il monitoraggio esteso su tutto il territorio nazionale, colmando le lacune dei molti dati mancanti;

- Aumento dei controlli sul campo sugli scarichi industriali e sull’impiantistica del trattamento delle acque industriali, applicando il principio chi inquina paga;

- Ripristinare il funzionamento degli impianti di depurazione esistenti, che sono 18.786, di cui 18.162 in esercizio, concentrati soprattutto al Nord;

- Favorire i processi naturali di fitodepurazione, applicandola anche ai sistemi di depurazione civile dove è possibile;

- Favorire il riutilizzo delle acque di depurazione ai fini industriali e irrigui;

- Attivare un piano di investimenti di pubblica utilità a lungo termine per rendere davvero universale il servizio.