Spalma-incentivi, assoRinnovabili: 'Ulteriore schiaffo al fotovoltaico italiano'
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Oltre il danno anche la beffa, era atteso entro il 1° ottobre, ma ad oggi non si ha aconra notizia del decreto attuativo della norma “Spalma Incentivi”. La denuncia arriva da assoRinnovabili, l’associazione dei produttori, dell’industria e dei servizi per le energie rinnovabili.
“Oltre al danno, la beffa - afferma Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili- oggi chi ha un impianto fotovoltaico di potenza superiore a 200 kW in Italia non solo si è visto decurtare l’incentivo retroattivamente, ma si trova pure nella condizione di non poter scegliere la modalità con cui gli sarà ridotta la tariffa, perché la disciplina attuativa di una delle tre opzioni non esiste ancora.
Ricordiamo che la norma “Spalma Incentivi” contenuta nel Decreto Competitività rimodula, da gennaio 2015, i bonus di cui stanno beneficiando gli investitori che hanno installato impianti fotovoltaici di potenza nominale superiore a 200 kW.
I proprietari di tali impianti hanno tre alternative:
a) erogazione per 24 anni della tariffa, ricalcolata secondo percentuali di riduzione indicate nell’allegato 2 al Decreto Competitività;
b) incentivo erogato in 20 anni e rimodulato secondo modalità da individuare entro il 1° ottobre 2014 con DM dello Sviluppo Economico;
c) tariffa erogata in 20 anni e ridotta, per il periodo residuo di incentivazione, di una percentuale proporzionale alla potenza dell’impianto.
E' necessario comunicare la propria scelta al GSE entro il 30 novembre 2014. In caso contrario verrà applicata automaticamente la terza opzione.
"Mancano meno di 50 giorni al termine del 30 novembre e l’operatore si trova così, di fatto, vincolato alla scadenza, ma nell’impossibilità di effettuare una scelta consapevole, fintanto che il Ministero non adotterà il decreto”- aggiunge Re Rebaudengo.
Una situazione inaccettabile per assoRinnovabili che ha scritto una lettera al Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare l’uscita di tale decreto, esigendo una proroga del termine del 30 novembre di almeno tanti giorni quanti saranno quelli di ritardo accumulato dalla mancata adozione del provvedimento, cosi da tutelare i produttori, garantendo un tempo sufficiente per valutare quale opzione più opportuna.
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