I piccoli studi potranno assumere con contratti a tempo determinato
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I piccoli studi potranno assumere con contratti a tempo determinato, smaterializzando il Documento Unico di Regolarità Contributiva (Durc). Sono alcune novità del Jobs Act, che dopo la fiducia alla Camera passa al Senato.
Secondo il Jobs Act, il numero complessivo dei rapporti di lavoro a termine costituiti da ciascun datore di lavoro non potrà superare il 20% dell'organico complessivo aziendale.
Esiste un’eccezione per le imprese che occupano fino a 5 dipendenti, nelle quali sarà sempre possibile stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato.
La disposizione riguarda gli studi professionali, che nella maggior parte dei casi sono costituiti da meno di cinque elementi.
Secondo l'impostazione iniziale, invece, i piccoli studi venivano di fatto esclusi dalle norme sui contratti a tempo determinato. Il testo iniziale conteneva infatti conteneva il riferimento generico al limite del 20% dell’organico, senza però prevedere misure speciali per le realtà con un massimo di cinque lavoratori.
Questo avrebbe significato che per stipulare un contratto a tempo determinato sarebbe stato necessario avere altri cinque dipendenti. Cosa che quasi mai accade nei microstudi.
La nuova norma porta da dodici a trentasei mesi la durata del rapporto di lavoro a tempo determinato per il quale non è richiesta la causale.
Il Jobs Act prevede poi la possibilità di prorogare fino a un massimo di cinque volte il contratto a tempo determinato nell'arco dei tre anni, sempre che si riferisca alla stessa attività lavorativa.
Con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni, tutti gli interessati potranno verificare con modalità esclusivamente telematiche e in tempo reale la regolarità contributiva nei confronti dell'Inps, dell'Inail e delle Casse edili.
L'esito dell'interrogazione avrà una validità di 120 giorni dalla data di acquisizione e sostituirà ad ogni effetto il Durc.
Le modalità operative e gli eventuali casi di esclusione dalle semplificazioni saranno definiti da un decreto del Ministero del Lavoro, che dovrà essere adottato, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge sul Jobs Act, di concerto con i Ministeri dell’Economia e della Semplificazione, sentiti l’Inps, l’Inail e la Commissione nazionale paritetica per le Casse edili.
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